Vi voglio raccontare una storia di sport di periferia, che ho letto qualche
tempo fa da qualche parte e alla fine chiederò anche un vostro commento.
I protagonisti di questa storia sono un allenatore, una squadra di calcio e due
portieri.
Il portiere è un ruolo delicato in quanto è l’estrema difesa della porta e
superato lui si prende gol ma soprattutto perché a differenza degli attaccanti, centrocampisti e difensori, in campo ne entra uno solo.
L’allenatore in questione è una persona particolare, dotato di sguardo magnetico
e fin dall’inizio della carriera considerato da tutti un innovatore, qualcuno che avrebbe lasciato davvero il segno, sia per le tattiche di gioco, sia per gli schemi che adottava,
spregiudicati e completamente al di fuori di ciò che era stato fino ad allora.
Dopo qualche esperienza con le squadre giovanili, aveva ceduto alle richieste
adulatorie di un club, che si era assicurato i suoi servigi e la sua dedizione, prospettandogli un futuro roseo e vincente.
Ormai è più di un decennio che si trova alla guida della squadra e fin
dal primo anno si è trovato in rosa un portiere che sembrava volenteroso, si allenava non come il mister voleva ma era l unico a disposizione per cui ha sempre giocato senza mai essere messo in
discussione o senza mai avere il fiato sul collo di un antagonista che volesse soffiargli il posto.
La squadra, per i primi anni, si è sempre salvata il extremis grazie soprattutto
alla compattezza che si era creata, ma più che altro per la pazienza dell’allenatore che riusciva sempre a motivare e a tirar fuori quasi il meglio da tutti i giocatori, tranne che dal portiere,
che fra papere, disattenzioni, scarsa partecipazione e assenza di dialogo con l’allenatore era come un elemento esterno alla squadra.
D’altra parte il “numero 1”, non
si è mai sentito in discussione per nessun motivo, dato che l’allenatore non si era mai preoccupato di trovarne un sostituto.
Ma negli ultimi due anni, due retrocessioni di seguito, e ancora una volta il
maggior indiziato e colpevole era sempre lui, il portierone, che nel frattempo, per aiutare la squadra a suo modo, invece di partecipare a tutti gli allenamenti, era entrato in una fase mistica
ed andava a pregare per avere delle prestazioni migliori, ma la situazione non cambiava e la squadra ora si trovava in una categoria dalla quale non era più nemmeno possibile retrocedere.
L’allenatore ormai era demoralizzato, lui così innovatore e con un futuro così
fulgido prima di questo sventurato sodalizio, non vedeva vie di fuga. E sì che nei dieci e più anni ne aveva avute di proposte e di possibilità di cambiare
Ed arriviamo ai giorni nostri.
L inizio della nuova stagione ha portato però una novità. Durante la
preparazione quasi per scherzo ha cominciato ad allenarsi col gruppo un nuovo ragazzo, che l’allenatore conosceva da quando era ancora un “pulcino” e che aveva seguito per qualche tempo.
Ovviamente il ragazzo gioca in porta e, come si sa, di portieri ne gioca solo
uno alla volta!
Il campionato è cominciato nel migliore dei modi, con il ragazzo che, in gran
forma e in perfetta sintonia con l’allenatore e la squadra, sta portando una nuova serenità all’ambiente e una possibilità concreta di un futuro in categorie ben superiori.
Ma l’allenatore non è ancora convinto, nonostante le prestazioni del nuovo
arrivato. Sta pensando di metterlo in panchina o peggio darlo in prestito ad un'altra squadra perché si sente ancora legato al vecchio portiere per un debito di non si sa quale riconoscenza…forse
solo per il fatto di essersi abituato a lui, anche se avrebbe voluto mandarlo via un sacco di volte.
Il ragazzo vorrebbe star lì perché giocare tornare ad essere allenato da quel
mister per lui così speciale è sempre stato il sogno della sua vita, non c’è stato alcun inizio di campionato che non desiderasse essere dov’è ora.
E’ ancora abbastanza giovane, ha tante opportunità e vuol continuare a
giocare…ma se lì non ha spazio non resterà in panchina, se ne andrà altrove, in un altro campionato, per non dover nemmeno scontrarsi con la sua attuale squadra e dover riguardare negli occhi il
mister.
Come andrà a finire? TU cosa
faresti?
…il campionato è ancora lungo…
D.